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[Official Topic] NBA

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  1. toroloco85
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    Qui verranno postate le sole notizie inerenti la NBA. Per cominciare gli Houston Rockets mettono a segno un colpo di mercato:


    Artest finisce a Houston: "Sono al settimo cielo"


    Sacramento accetta l'offerta dei Rockets e spedisce il suo bad boy alla corte del suo coach preferito, Rick Adelman, in cambio della matricola Donte Greene, di Bobby Jackson e di una prima scelta al draft 2009. Entusiasta il giocatore: "Sono come un bambino in un negozio di caramelle"



    NEW YORK (NY, Usa), 30 Luglio 2008 - Ron Artest lascia Sacramento. Fin qui nessuna sorpresa, quello che sorprende è la destinazione del bad boy dei Kings, finito agli Houston Rockets.

    APPROCCI - I Knicks di Mike D’Antoni e i Los Angeles Lakers avevano provato ad assicurarsi il giocatore di Sacramento il quale sembrava gradire entrambe le sistemazioni. Tornare nella sua New York, oppure approdare alla corte di Kobe Bryant. Invece Sacramento ha accettato l’offerta di Houston che ha messo sul piatto della bilancia il rookie Donte Greene, l’ex guardia di Sacramento Bobby Jackson e una prima scelta al prossimo draft.

    CARAMELLE - Artest quindi finisce ai Rockets e si dice decisamente soddisfatto per l’operazione di mercato. Nessun rimpianto quindi per Lakers o Knicks. "Sono al settimo cielo – conferma il giocatore – mi sento come un bambino in un negozio di caramelle. A Houston ci sono giocatori eccezionali, un allenatore che stimo tantissimo e una grande società. Non potrei essere più felice". Fondamentale proprio la presenza sulla panchina dei Rockets di Rick Adelman, per il quale Artest ha già giocato in passato e che considera uno dei suoi allenatori preferiti. L’operazione di mercato non potrà essere annunciata prima del 14 agosto perché le matricole selezionate al draft di giugno (Greene appunto) non possono essere cedute prima di quella data, ma cambia poco.

    ROCKETS DA SOGNO - Artest andrà ad aumentare il potenziale di una squadra che adesso può contare non solo sulla produzione in attacco di fenomeni come Tracy McGrady e Yao Ming, ma anche sulla versatilità e soprattutto sulla difesa dell’ex giocatore dei Kings. Senza dimenticare che la squadra texana in questa offseason si e’ assicurata il free agent Brent Barry, un veterano in grado di far fare il salto di qualità alla panchina dei Rockets. "Questa è una notizia fantastica – dice raggiante Tracy McGrady – da 11 anni aspettavo l’opportunità di giocare in una squadra così talentuosa. Con Artest possiamo competere con tutti. Sono convinto che adesso la nostra squadra sia al livello delle migliori compagini della Nba".

    DELUSIONE A L.A. - Delusi, invece, i tifosi di Lakers che speravano di poter soffiare Artest alla concorrenza. La franchigia di L.A. però non ha voluto privarsi di Lamar Odom, il giocatore che Sacramento avrebbe preteso nell’eventuale trade di Ron Artest. Ma il General Manager Mitch Kupchak ha preferito tenersi stretto un giocatore discontinuo, Odom appunto, ma potenzialmente utilissimo, soprattutto negli schemi offensivi di Phil Jackson. Così adesso a esultare sono i tifosi di Houston.

    Fonte Gazzetta

    Edited by rossiccio90 - 9/11/2020, 10:13
     
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  2. David.Villa™
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    Mi piace + Odom di Artest.
     
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  3. tac91
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    toro devi citare la fonte
     
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  4. David.Villa™
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    CITAZIONE (tac91 @ 5/8/2008, 15:05)
    toro devi citare la fonte

    :sisi:
     
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  5. toroloco85
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    Chiedo scusa...corretto ;)
     
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  6. tac91
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    CITAZIONE (toroloco85 @ 5/8/2008, 15:38)
    Chiedo scusa...corretto ;)

    No problemo! ^_^
     
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  7. toroloco85
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    CITAZIONE (David.Villa™ @ 5/8/2008, 15:00)
    Mi piace + Odom di Artest.

    Sono 2 giocatori diversi...non si possono paragonare...
     
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  8. tac91
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    I miei idoli restano Melo e King James :B):
     
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  9. toroloco85
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    Il mio lo potete capire subito :asd:
     
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    Esperienza Nazionale

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    Gallinari "Conto di crescere ancora..."

    Lasciata l'America dopo la Summer League di Las Vegas, Danilo Gallinari è rientrato in Italia per seguire la Nazionale azzurra a Bormio, nel torneo di preparazione per le qualificazioni agli Europei. Lo abbiamo incontrato per una chiacchierata spaziando dal draft, ai Knicks, all'Olimpia Milano


    Danilo, subito due verità. La prima: quanto sei alto?

    "Sono 2.08 senza scarpe. Ma i dottori mi hanno detto che crescerò ancora...".

    La seconda: sapevi già, prima del draft, che saresti finito a New York?

    "Avevo 2-3 destinazioni possibili, ma sarò sincero: sì, lo sapevo. Me lo hanno detto il giorno prima, ma si sono comunque raccomandati affinché fingessi di non saperlo. Quando Minnesota ha scelto OJ Mayo con la terza chiamata ho simulato una reazione di incredulità e stupore..."

    Come va la terapia di riabilitazione? Superati i problemi alla schiena parteciperai con la Nazionale italiana al torneo di qualificazione agli Europei, o New York preme per tenerti negli States?

    "Sarà un recupero abbastanza lungo: ho cambiato la terapia nell'ultima settimana perché quella precedente stava dando scarsi risultati, ma ora va meglio. A New York sono stati disponibilissimi: il fatto che io giochi con la Nazionale non costituisce un problema per loro. Se a fine agosto non dovessi essere con Recalcati sarà soltanto perché non sarò ancora a posto fisicamente e non perché i Knicks abbiano posto un veto".

    Quali sono state le tue prime impressioni dell'ambiente di New York? L'anno scorso non era esattamente idilliaco...

    "Vero, ma sono cambiate molte persone nello staff tecnico e dirigenziale, a partire da Mike D'Antoni, chiaramente. Mi sembra che ora sia decisamente migliore, e che i progetti per il futuro siano molto validi: credo che le cose volgeranno in positivo".

    Situazione relativa a Stephon Marbury, il giocatore più pagato e (presunta) stella della franchigia?

    "Marbury è ancora in stand-by. È sotto contratto con i Knicks ma la sua situazione non è ben definita. Credo che la scelta definitiva spetterà a D'Antoni: sarà lui a decidere se tenerlo oppure no. L'ha già allenato a Phoenix per mezza stagione nel 2003-04, ma non so con esattezza come fossero i loro rapporti (Marbury fu ceduto dopo 34 partite a New York, ndr).

    Capitolo playmaker: è arrivato Chris Duhon, decisamente più regista di Crawford. Può essere un fattore positivo anche per il tuo gioco avere un play passatore e non accentratore.

    "Duhon è un bel giocatore: l'ho visto allenarsi, è un ottimo difensore e un buon passatore. Crawford è più che altro un attaccante, un giocatore da isolamento. Molto poco playmaker...".

    In America c'è tanta attenzione su di te, ma anche sulla Nazionale che affronterà le Olimpiadi di Pechino nella cosiddetta "Road to redemption", il calvario per redimere le figuracce delle ultime competizioni internazionali. Come giudichi la squadra, quali possono essere i leader e le avversarie più ostiche?

    "Ho avuto la fortuna di vederli in allenamento a Las Vegas e mi hanno fatto una grande impressione. Sono sicuramente i più forti sulla carta, anche se sarà fondamentale trovare l'armonia, la chimica e soprattutto il desiderio, la voglia di vincere. I leader carismatici saranno James e Bryant: Lebron in allenamento è incredibile, ha una personalità fortissima per un ragazzo della sua età. È molto simile a Kobe in questo. Le avversarie più dure saranno Spagna, Grecia, Lituania e Argentina. La Spagna un gradino sopra le altre".

    Attraversiamo l'oceano e torniamo a Milano: come giudichi il mercato AJ finora?

    "Mi piace, sono contento di come si sta muovendo la società sul mercato. È un progetto molto buono, di lunga portata, che andrà a svilupparsi su tanti anni. E questo è importante. Quest'anno in società ci sono le persone giuste, non che non ci fossero anche prima, sia chiaro, e anche i giocatori scelti hanno grandi qualità".

    L'anno prossimo Luca Vitali svolgerà un ruolo simile a quello che hai coperto tu nella scorsa stagione: un ragazzo italiano, giovane, forte e con grandi prospettive di crescita.

    "Sì, conosco Vitali da tantissimo tempo, abbiamo giocato insieme molte volte nel corso degli anni e posso assicurare che è un ragazzo d'oro. Un'ottima persona, soprattutto per le sue qualità mentali".

    Fonte: www.iit.eurosport.yahoo.com
     
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  11. toroloco85
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    Il Dream Team non incanta, Australia battuta di misura



    Nella quinta e ultima amichevole preolimpica gli Usa s'impongono con un modesto 87-76, ben lontano dalle larghe vittorie ottenute contro Canada, Turchia e Russia. Solo Dwyane Wade, autore di 22 punti in 25', sveglia la squadra e porta a casa la partita nel finale



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    Dwyane Wade, autore di 22 punti nella gara contro l'Australia. Ap



    PECHINO (Cina), 5 agosto 2008 - Vincono ma più si avvicina l’Olimpiade, meno segnano. Gli Stati Uniti battono l’Australia 87-76 nella quinta e ultima amichevole preolimpica ma, dopo le cavalcate oltre i 114 punti realizzati con Canada, Turchia, Lituania e la larga vittoria con la Russia, stavolta suscitano gli stessi dubbi di Atene 2004 e del Mondiale perso nel 2006. Sintetizzando, quando tirano male da tre (3/18 ieri) diventano vulnerabili a meno che la loro difesa non soffochi l’avversario lanciando il contropiede, come è accaduto solo nel 2° quarto, grazie ad un grande LeBron James (16 punti, 5 recuperi).

    ASSO WADE - E’ Dwyane Wade (22 punti in 25’) a svegliare gli Usa e a portare a casa la partita nel finale: l’asso di Miami scuote la squadra dal torpore iniziale che fa fuggire gli australiani (in vantaggio 17-13 all’8’), privi di Bogut, la prima scelta assoluta del 2006, per un problema alla caviglia. Il miglior momento di Kobe Bryant, che chiude con 13 punti, apre il parziale degli Stati Uniti nel 2° quarto: pressing asfissiante e le palle perse forzate da LeBron producono un parziale di 13-0 (38-25). Non è un caso che 2 delle tre triple statunitensi arrivino proprio in questo break nel quale James segna 8 punti in fila, e 14 nel quarto chiuso sul +15 (44-29). Sembra finita, ma a inizio ripresa, l’Australia coglie gli americani nel sonno.

    FENOMENI IN DIFFICOLTA' - Pare impossibile, ma un quintetto con Kidd, Bryant, James, Anthony e Howard subisce un 13-2 e, al 24’, è tutto da rifare (48-44). Krzyzewski continua a ruotare i giocatori, gli Usa sembrano una staffetta ed è il momento di Carmelo (alla fine, 12 punti e 10 assist). Gli australiani sono tosti, provano un po’ di zona, sono pericolosi col piccolo 20enne Mills, che studia in America a St.Mary’s, e Barlow che realizza tutti i suoi 12 punti nel 3° quarto. Così, a 5’ dalla fine, la partita è ancora in bilico (71-64): il tiro da fuori degli Usa non entra più, la regìa di Kidd non è la panacea sperata (anche stavolta, gioca meno di Deron Williams e Paul confermando i dubbi su chi siano i veri titolari), la difesa non morde anche sui lunghi che colpiscono da lontano, come Anstey (13 alla fine): ci pensa Wade a firmare il 13-4 decisivo e a tenere gli avversari a distanza di sicurezza. Ma gli Stati Uniti, a 5 giorni dal debutto con la Cina, non splendono.

    Fonte: Gazzetta.it
     
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    Si sono solo riposati, il 10 c'è la Cina alle Olimpiadi..
    Non è neanche lontanamente pensabile che perdano questo Torneo Olimpico, sono 12 Stelle NBA, se non è in giornata 1 non perde, ma ne ha altri 11 che sono degli All Stars...la cina è famosa per essere una squadra senza playmaker, e se Yao Risente della frattura da stress che non lo fa giocare da marzo, loro si che perdono, come del resto la Germania che ha solo Dirk di un livello superiore.

    Provo a fare una previsione dei primi posti al troneo Olimpico:

    1-USA
    2-Spagna
    3-Argentina
    4-Lituania

    Queste le prime 4 per me, dalla 5 in giu sono tutte in bilico
     
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  13. toroloco85
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    Secondo me domineranno dall'inizio alla fine :zizi:
     
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    Come il mitico Dream Team dei giochi di Barcellona '92 vinceranno tutte le partite con una facilità assurda...è la loro Summer League
     
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    Fide et Diligentia

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    Howard Howard Howard!!! il mio idolo!!!
     
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