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[Official Topic] Rugby

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    Quì si inseriranno tutte le news sul Rugby.

    Edited by rossiccio90 - 9/11/2020, 10:12
     
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    Inghilterra-Sud Africa
    il mondo è ovale



    Parigi invasa dai tifosi che stasera seguiranno la finalissima dello Stade de France in ogni angolo. Più numerosi i tifosi britannici: 60mila in arrivo d'Oltre Manica, che sperano nello storico bis mondiale. Ma il Sud Africa parte favorito


    PARIGI (Fra), 20 ottobre 2007 - Parigi è presa d’assalto: da chi ha un preziosissimo biglietto per entrare stasera allo Stade de France (fischio d’inizio alle 21), ma anche da chi - e sono tanti, tantissimi - vuole semplicemente essere il più vicino possibile all’avvenimento, respirarne aria e umori, accontentandosi di seguire la partitissima attraverso uno delle decine di maxischermi sparpagliati in città. Inghilterra-Sud Africa è un evento planetario, è ben più di un prestigioso appuntamento sportivo. E’ un fatto sociale, di costume, ha valenze politiche e democratiche. Nella capitale, periferie comprese, il 95% delle camere d’albergo è occupato: ne restano libere alcune da 600 euro a notte in su. On-line, certo non attraverso i canali ufficiali, sono in vendita gli ultimissimi biglietti: si arriva fino a 25.000 sterline, poco meno di 40.000 euro. I bagarini faranno affari d’oro. Pazzie ovali. Tra i fortunati la mamma di Mark Cueto, ala inglese inserito nella formazione titolare solo quattro giorni fa per l’infortunio che ha messo k.o. Josh Lewsey: ha ricevuto un pass in extremis e ieri è anche riuscita a trovare un volo ad hoc...

    L’INVASIONE - A proposito: ci sono seri problemi di trasporti. Arrivare a Saint Denis non sarà semplice per nessuno. Lo sciopero dei mezzi pubblici che da mercoledì sera ha costretto la città a muoversi a piedi, sebbene in fase di risoluzione, non è ancora concluso. E i treni Eurostar che da Londra-Waterloo, attraversando la Manica, approdano a Parigi, stanno andando in tilt. Perché, non potrebbe essere diversamente date le distanze geografiche, i tifosi inglesi saranno in maggioranza. Ne sono attesi circa 60.000: il ritornello di Sweet chariot diventerà un tormentone. E non tutti, appunto, entreranno allo stadio. Una stima dice che, in Patria, davanti alla tv, saranno in venti milioni, per un consumo alimentare da 200.000 milioni di sterline. Anche a Parigi la vendita di birre e champagne ha già raggiunto cifre record... Oggi, su tutte le prime pagine dei quotidiani, non solo britannici, campeggia la figura di Jonny Wilkinson: è lui, già eroe del Mondiale di Australia 2003 - primo successo nella storia di una squadra dell’Emisfero Nord - l’uomo più atteso del match.

    LA PARTITA - L’Inghilterra, vincendo, diventerebbe la prima squadra capace di confermarsi sul tetto del mondo. Gli Springboks, però, partono favoriti: non solo per il 36-0 nello scontro diretto del 14 settembre, nella prima fase della rassegna. I gialloverdi sono "più" squadra e hanno un maggior numero di individualità: da Montgomery (miglior marcatore del Mondiale) ad Habana (il metaman), da Du Preez a Matfield, da Botha a Du Randt. Nelson Mandela e la regina Elisabetta guideranno la lista di personaggi illustri che seguiranno la partita. Ottanta minuti (più eventuali supplementari) per salire sul tetto del mondo: da non perdere.

     
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    Il mondo è del Sud Africa
    Inghilterra battuta 15-6


    Gli Springboks hanno vinto la coppa del Mondo battendo nella finale di Parigi i campioni uscenti. Nessuna meta: decisivi i calci piazzati di Montgomery


    PARIGI (Francia), 20 ottobre 2007 - Il Sud Africa è campione del mondo. Alla fine di una partita bella solo in certi lampi, ma per il resto nuvolosa, la più bella di Ovalia è il Sud Africa. Ha sconfitto l'Inghilterra 15-6 (9-3), campione del mondo per la seconda volta, dopo la vittoria nel 1995, in casa, con Nelson Mandela con la maglia e il cappellino degli Springboks a consegnare il trofeo intitolato a William Webb Ellis.

    BATTAGLIA - Trentesimo match della vita tra Sud Africa e Inghilterra. Fino a questo, nello Stade de France, 16 vittorie per i sudisti, 12 per i nordisti e sette pareggi. Considerando solo gli ultini quattro, i verdi hanno battuto i bianchi quattro volte su quattro, segnando 174 punti e subendone 46. L’ultima battaglia risale solo a un mese fa, seconda partita per entrambe in questa coppa del Mondo, e Sud Africa che azzera l’Inghilterra (36-0). Ma senza Wilkinson, si sa, non è l’Inghilterra.

    NERVOSO - E via che si va. Inizio nervoso, giocatori elettrici, due touche (su due) inglesi rubate dai sudafricani, equilibrio spezzato al 7’ da un calcio di Montgomery (3-0) su tenuto di Tait scivolato nei 22, equilibrio ritrovato al 13’ da un calcio di Wilkinson (3-3) su tenuto di Habana. Si va avanti a calci, "up and under" per conquistare territorio, piazzati per guadagnare punti: al 15’ Montgomery (6-3) per ostruzione di Moody sullo stesso estremo sudafricano, al 17’ Wilkinson fallisce un drop non difficile, al 22’ Steyn non centra i pali da metà campo, al 40’ Montgomery (9-3) punisce una scorrettezza inglese in una ruck.

    BRIVIDI - Il secondo tempo si spalanca con due brividi: l’invasione alcolica di un tifoso e una meta non concessa all’inglese Cueto dopo una serpentina di Tait. Sul vantaggio, al 3’, Wilkinson piazza (9-6). Scampato il pericolo, al 10’ Montgomery ricalcia e ricaccia l’Inghilterra (12-6), al 22’ stavolta Steyn (15-6) piazza quasi da metà campo. I Tuttibianchi sono sempre in partita, ma sono sempre sotto. E sotto rimangono. Rivincita, per tutti, nel 2011, in Nuova Zelanda.
     
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    Wilkinson, sbornia regale


    Il mediano di apertura inglese racconta la nottata di sabato, dopo la delusione per la finale mondiale persa con il Sud Africa: "Ho rotto le abitudini di una vita e mi sono dato al bere". A confortare la squadra anche i principi William ed Harry


    LONDRA, 22 ottobre 2007 - "Ho rotto le abitudini di una vita e sabato sera mi sono dato al bere. In quel momento mi sembrava la cosa migliore da fare". Jonny Wilkinson spiega dalle colonne del Times sensazioni e fatti di una nottata altamente etilica, vissuta per dimenticare la delusione di aver perso per 15-6 la finale dei Mondiali contro il Sud Africa. Il fuoriclasse inglese confessa così che non è facile gestire le emozioni quando si arriva così vicino alla meta "senza poter assaporare quella gioia che una solo una vittoria sa dare, specie se questa ti incorona campione del mondo".
    Il Times pubblica anche delle foto che lo ritraggono in piena bevuta insieme ai suoi compagni di nazionale e ai principi William ed Harry, grandi tifosi dell'Inghilterra del rugby che sabato scorso hanno prima assistito alla finale dagli spalti dello Stade de France, poi hanno fatto l'alba assieme ai giocatori. "Dopo la maggior parte dei match di questa coppa del Mondo - racconta Wilkinson - eravamo soliti fare cose differenti in piccoli gruppi, ma dopo la finale di sabato scorso ci è sembrato più opportuno stringerci tutti insieme, uniti come lo eravamo prima. Sono fiero di aver fatto parte di questo gruppo e lo volevo dimostrare. Ci saranno molti momenti in cui sentirò la delusione forte di aver perso una finale mondiale, ma la notte di sabato scorso abbiamo pensato che la cosa più opportuna fosse rimandare certi pensieri a più tardi".
    Poi in un'intervista sul sito della Bbc, ha rivelato di aver giocato in pessime condizioni fisiche la finale. "Durante il torneo la caviglia destra mi ha creato diversi problemi - ha detto Wilkinson -. Soprattutto nel giorno della finale, fin dal mattino. Nell'intervallo della partita, poi, ho ricevuto anche delle cure, non ho quasi mai calciato di destro: l'ho fatto in occasione dei tre tentativi di drop, tutti sbagliati".
     
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    Italia, impresa con la Scozia


    (23-20) nell'ultima gara del Sei Nazioni. Primo tempo favorevole ai rivali, la svolta a metà ripresa con una meta di Canale. Il Galles batte 29-12 la Francia e vince il torneo
    L'esultanza degli azzurri dopo la prima meta.

    ROMA, 15 marzo 2008 - Missione compiuta: l’Italia batte la Scozia ed evita il cucchiaio di legno, il premio al contrario che va a chi perde tutte le partite del Torneo. Missione compiuta, con un cuore grande così. Dopo un’altalena di infinite emozioni decide un drop di Marcato a un minuto dalla fine. Gli azzurri, per due miseri punti, restano all’ultimo posto, ma poco importa. Quel che conta è che la vittoria tanto attesa, è finalmente arrivata. Contro la Scozia, la squadra che a fine settembre, a St. Etienne, aveva negato al gruppo allora guidato da Berbizier di coronare il sogno dei quarti di finale della coppa del Mondo. Se non è una rivincita, poco ci manca.

    PRIMO TEMPO - L’inizio fa ben sperare: l’Italia, come promesso da Mallett, gioca a tutto campo, con quindici uomini. Arrivano palloni al largo e, dopo un piazzato sbagliato da Marcato, è Robertson al 12’ a trovare il primo affondo. Parte in velocità dai 50 metri, scavalca un paio di avversari con un calcio a seguire e con la collaborazione di Canale e Mirco Bergamasco conquista una mischia ai cinque metri. Il pacchetto azzurro spinge come solo lui sa fare e la meta tecnica è inevitabile. E’ il primo vantaggio italiano in tutto il Sei Nazioni. Parisse giganteggia, ma tra Picone e Masi ci sono ancora problemi di comunicazione, forse figli della paura di sbagliare. La Scozia, poco alla volta, prende in mano le redini del match. E al 20’ pareggia. I britannici sfruttano al meglio un possesso infinito, l’azione è continuata, retta da un bel fraseggio: la difesa tricolore si imbambola e Hogg va in meta. Adesso i padroni di casa sono in affanno: Parks piazza da 46 metri e porta i suoi in vantaggio. Marcato risponde (10-10), ma a tempo scaduto sono ancora gli ospiti ad affondare la lama del coltello. L’Italia dorme e si distrae intorno a un raggruppamento, Blair raccoglie l’ovale e corre indisturbato per una ventina di metri. Paterson non fallisce la trasformazione e il tabellone, all’intervallo, dice 10-17.

    SECONDO TEMPO - Nella ripresa la Scozia addormenta il gioco. Marcato fallisce un altro piazzato e gli errori individuali aumentano. Cambiano gli uomini delle prime linee, non la trama del match. Fino a che al 20’ Parisse, sui propri 30 metri, intercetta un pallone e va in fuga. Sono 50 metri di cavalcata solitaria, fino a che in sostegno non arriva Canale. I due sono grandi amici... Forse l’azione è viziata da un avanti, ma Gonzalo stavolta non tradisce. Prende l’ovale e lo schiaccia in meta (17-17). L’Italia appare stanca, ma non si dà per vinta. Entra Travagli per Picone, soprattutto entra Patrizio (per Masi) all’ala: Galon passa estremo e Marcato apertura. Sembra esserci più ordine. E’ proprio Marcato, al 30’, a riportare in vantaggio i suoi (20-17). Il sogno dura due minuti: Paterson, in serie positiva da 33 calci, è una macchina (20-20). Il resto è nervi e coraggio. A un nulla dal termine, dopo un’asfissiante percussione degli avanti, Travagli pesca Marcato tutto solo. E’ il drop (da circa 25 metri) della disperazione. Va, va e centra i pali. E’ trionfo. Finisce col Flaminio impazzito, con un entusiasmante giro d’onore e con Castrogiovanni che improvvisa un semi spogliarello sotto la curva.
    Italia-Scozia 23-20 (10-17)

    MARCATORI: p.t. 12’ m. tecnica Italia tr. Marcato, 20’ m. Hogg tr. Paterson, 25’ c.p. Parks, 36’ c.p. Marcato, 41’ m. Blair tr. Paterson; s.t. 20’ s.t. Canale tr. Marcato, 30’ c.p. Marcato, 32’ c.p. Paterson, 39’ drop Marcato.
    ITALIA: Marcato; Robertson, Canale, Mi. Bergamasco, Galon; Masi (21’ s. t. Travagli), Picone (23’ s.t. Patrizio); Parisse (cap.), Zanni, Sole; Bortolami, Del Fava (7’-13’ s.t. Erasmus); Castrogiovanni (17’ s.t. Nieto), Ghiraldini (28’ s.t. Ongaro), Lo Cicero (17’ s.t. Perugini). All. Mallett. SCOZIA: Southwell; Danielli (6’ p.t. Henderson), Webster, Morrison, Paterson; Parks, Blair (cap.); Taylor, Hogg (30’ s.t. K. Brown), Stokosch; MacLeaod (12’ s.t. White), Hines; Murray (17’ s.t. C. Smith), Thomson (12’ s.t. S. Lawson), Jacobsen (17’ s.t. Dickinson). All. Hadden.
    ARBITRO: Owens (Galles).
    NOTE: spettatori 30.000. Gialli: nessuno. Calci: Marcato 4 su 6 (10 punti); Paterson 3 su 3 (7 punti), Parks 1 su 1 (3 punti). Uomo del match: Stokosch.
     
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    Esperienza Nazionale

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    evvai! schivato il cucchiaio di legno!!!!!
     
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    CITAZIONE (Grazio @ 16/3/2008, 09:12)
    evvai! schivato il cucchiaio di legno!!!!!

    Finalmente ci sono riusciti a vincere una Partita!!
     
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    Calvisano, è scudetto!


    Nella finale di Super 10 la squadra bresciana batte Treviso 20-3 grazie ai calci di Griffen e le mete di Treloar e Pratichetti. Per il club bresciano è il secondo scudetto dopo il titolo del 2005


    MONZA, 7 giugno 2008 - Rimbalzo giusto o beffardo, non sai mai dove può andare lo scudetto ovale. Anche l’anno scorso, a 10’ dalla fine, Treviso l’aveva praticamente perso, poi si sa com’è andata. Quest’anno, con merito, va a Calvisano. Il 20-3 finale è lo specchio più della stagione che di una gara condotta comunque con sicurezza e personalità, pochi scivoloni e tanti progressi di singoli (Ghiraldini, Garcia, McLean) e squadra. Peccato perché il Benetton alla fine ha perso più la faccia che la finale, chiudendo con due uomini in meno per giallo a Louw e rosso a Goosen nel momento chiave dell’incontro. “Ma non abbiamo e non volevamo vincere per un episodio disciplinare” chiarisce coach Delpoux. E gli 8 mila del Brianteo gli danno ragione.

    CONTINUITA’ - Per Calvisano è il secondo titolo dopo quello del 2005, ancora contro Treviso. Nitoglia, Griffen e Purll i superstiti di una squadra che da allora ha perso i due piloni azzurri Castrogiovanni e Perugini per trovare, però, un grandissimo Ghiraldini, 23 anni e già capitano dei gialloneri e della nazionale nei prossimi test match con soli 10 caps all’attivo “Ma i gradi non pesano – sorride alla fine – altrimenti non la vivresti nel modo giusto. Questo è il mio anno incredibile e spero duri ancora molto”. E’ stato lui, alla fine, l’mvp di una finale aperta da Griffen al 14’, chiamato a calciare dalla semifinale dopo gli errori di McLean. Il primo giallo dell’incontro per Antonio Pavanello al 17’, secondo placcaggio sopra la spalla in pochi minuti. Con l’uomo in meno, il Benetton non solo tiene ma comincia a costruire quella trama di gioco che porta a due possibili mete nel finale di tempo.

    TMO E REGOLE – E’ al 37’ che entra in azione il tanto discusso Tmo: l’esordio sperimentale della moviola nella semifinale tra Calvisano e Petrarca aveva scatenato l’ira dei veneti per una meta ingiustamente annullata dopo l’utilizzo (errato) del replay. In finale, invece, torna utile per annullare la meta del trevigiano De Jager, che prima tocca la bandierina e poi schiaccia a terra. Fischio giusto quanto paradossale, visto che dal primo agosto con le nuove regole quella bandierina non sarà più lì. Il pubblico capisce, aiutato anche dalla “radio campo”, scatoletta monofrequenza sintonizzata sul microfono dell’arbitro distribuita prima del match. Finisce così il primo tempo, con il tentativo di drop di McLean abbondantemente fuori.

    BRUTTO FINALE – Pronti, via e a Griffen (alla fine 4/5 nei piazzati) risponde Goosen: 6-3 al 10’ della ripresa.Treviso cambia quasi tutta la prima linea ma a rompere gli indugi un quarto d’ora più tardi è il Cammi: Ghiraldini va via di potenza e trova in Purll il perfetto assist-man per Treolar. Con la realizzazione di Griffen è 13-3. Il Benetton non reagisce e anzi soffre gli errori di Vidal in touche. Fino al 35’: Louw placca in ritardo Griffen ed è rissa. Di colpi proibiti ne volano molti ma alla fine l’unico cartellino che esce è un giallo per il sudafricano. Goosen, l’uomo-simbolo, non la prende bene e il “Vaffa” all’arbitro è il rosso che chiude il match. Le manone coreografiche del pubblico biancoverde volano in campo come schiaffi ai ragazzi che non hanno saputo – per ultimi – rimediare all’annus horribilis del sport trevigiano: dal basket alla pallavolo, neanche un trofeo.

     
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    L'ItalRugby sbanca Cordoba
    Marcato abbatte l'Argentina


    Gli azzurri di Mallett superano i Pumas (13-12) grazie a Ghiraldini e a Marcato, decisivo nel finale proprio come contro la Scozia nel Sei Nazioni. E' la prima vittoria contro una nazionale terza nel ranking mondiale


    CORDOBA (Argentina), 28 giugno 2008 - L’Italia batte i Pumas in casa loro. Si chiude nel migliore dei modi la stagione del rugby azzurro: a Cordoba, dove già si erano imposti di un punto nel 2005 (29-30), i ragazzi di Mallett replicano, ancora con lo scarto minimo, grazie a una meta allo scadere realizzata da Ghiraldini dopo una serie infinita di partenze attorno al pacchetto. Ma è stato Marcato, ancora una volta match winner degli ultimi secondi come contro la Scozia nel Sei Nazioni, a segnare i due punti decisivi trasformando l’unica meta della partita.

    VENTO - Match brutto, chiuso, segnato dai trenta e più calci di punizione fischiati dall’australiano Goddard. L’Argentina avanti 6-0 con due calci di Hernandez (il "mago" uscirà al 20' per un colpo al braccio destro). L’Italia nei primi 20 minuti ha il controllo del territorio e ha a disposizione numerosi calci, ma il vento contro impedisce a Marcato di cercare i pali e le tante mischie e touche a 5 metri non danno frutti, anche per le difficoltà in rimessa laterale degli azzurri. Bosch allunga (12-0), Marcato al 37’ dà all’Italia i primi 3 punti per il 12-3 che chiude il tempo.

    GIALLO A RONCERO - Ripresa ancora più spezzettata e brutta, per i tanti errori tattici e di esecuzione delle due squadre. Al 10’ Marcato riporta l’Italia sotto il break (12-6), ma la partita sembra non sbloccarsi, nemmeno quando Bosch, al 28’, ha un agevole calcio dai 22, che il vento toglie dalle porte. La partita resta incredibilmente aperta e gira al 34’, quando il pilone e capitano dei Pumas Roncero si prende un giallo lasciando gli azzurri in superiorità numerica. Guidati da Parisse, gli avanti dell’Italia vanno all’assalto della linea di meta, sfruttando l’uomo in più in chiusa, fino allo sfondamento di Ghiraldini. Poi Marcato segna i due punti della quinta vittoria azzurra con l’Argentina. La prima contro una squadra terza nel ranking. Abbastanza per entrare nella storia.

    ARGENTINA-ITALIA 12-13
    MARCATORI p.t. 3’ e 6’ c.p. Hernandez, 20’ e 34’ c.p. Bosch, 37’ c.p. Marcato; s.t. 10’ c.p. Marcato, 40’ m. Ghiraldini tr. Marcato.
    ARGENTINA Stortoni; Borges, Bosch, Avramovic, Agulla; Hernandez, Vergallo; Leguizamon, Galindo, Durand; Lozada, Carizza; Gomez, Tejeda, Roncero (cap). All. Phelan
    ITALIA Marcato; Robertson, Bergamasco Mi., Garcia, Pratichetti M.; McLean, Picone; Parisse S. (cap), Bergamasco Ma., Sole; Del Fava, Dellapè; Nieto, Ongaro (Ghiraldini), Rouyet. All. Mallett
    ARBITRO Goddard (Australia).
    NOTE p.t. 12-3. Spett. 30mila circa. Gialli: 38’ p.t. Gomez, 34’ s.t. Roncero. Calci: Argentina 4/6 (Hernandez 2/2, 6 p.; Bosch 2/4, 6 p.); Italia 3/5 (Marcato 8 p.).

     
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  10. d T r u t h
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    c'è qualcuno che gioca a rugby? io si
     
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  11. xiaoou
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    pure io!!!
     
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  12. AlexDiego
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    Rugby, Italia ko con gli All Blacks
    Battuta con onore a San Siro: 6-20



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    Ottanta minuti e spiccioli per sentirsi degni, per mostrare a se stessi e al mondo di non essere solamente degli sparring-partners, padroni di casa invitati di diritto a una festa organizzata a uso e consumo di una comunità enorme, variopinta, meravigliosa, radunatasi da tutta Italia a Milano per la celebrazione più grande di una fede: il rugby. Il quindici azzurro ci ha provato, a essere grande. e, per uno spicchio di tempo non infinitesimale, ci è pure riuscito.

    Parisse, i Bergamasco e tutti gli altri potranno un giorno raccontare a figli, nipoti ed eredi assortiti di essere stati in vantaggio sugli All Blacks, in uno degli stadi più celebri del mondo, di fronte a 80mila persone. E' stato il frutto di un inizio coraggioso, alimentato sicuramente da un ambiente irripetibile. Anche la nostra prima linea, a suo modo, danza la sua haka: ma dopo il fischio d'inizio.

    Castrogiovanni ruggisce, Ghiraldini e Parisse sbatacchiano a terra So'oialo, enorme capitano neozelandese, leader di giornata di un quindici neozelandese contenente molti esperimenti: tre esordienti, quattro elementi ancora verdi, il leader maximo McCaw è in panchina, l'altra stella polare, Dan Carter, in tribuna. Di All Blacks lievemente scoloriti, dunque, si tratta. Ma pur sempre All Blacks chiamati a stravincere, a dispensare il pane del rugby. E invece, dopo quattro minuti, il calcio da posizione centrale non viene fallito da Gower, australiano chiamato a raccogliere la mai rilevata eredità di Diego Dominguez. Ovale tra i pali, Italia tre, Nuova Zelanda zero.

    Tre minuti di gloria prima che cominci a montare, non in modalità da tsunami, la marea nera. Il pack azzurro regge, accetta e talvolta vince il confronto fisico con i neozelandesi. Ma non può non concedere punizioni che il destro di McAlister, supplente del chirurgico Dan Carter, capitalizza: e al 27' ci scappa anche la méta, realizzata sul fronte destro della nostra linea difensiva dal tallonatore Flynn. All'intervallo è 14-3: score più che onorevole, che salva l'onore e il pathos agonistico della ripresa. Peccato, solo, peccato che i palloni guadagnati con i denti dalla mischia (Castrogiovanni e Ghiraldini giganteggiano, spietati) vengano gestiti male dalla coppia dei mediani, Tebaldi e Gower: ancora una volta appare la regia come l'Everest da scalare tra noi e la grandeur del rugby.

    E strapeccato che con la ripresa ancora verde e l'Italia in inferiorità numerica per un "giallo" a Garcia, Canale venga fermato a un amen dai pali All Blacks dopo l'ennesima conquista da parte del nostro pack. Che, a dispetto della bandiera bianca sventolata da Castrogiovanni, trova forza e ispirazione per terminare la partita nei 22 metri dei Tutti Neri, a caccia di un lampo che pareggerebbe almeno il numero delle méte: sarebbe la vittoria morale di una squadra che trascorre gli ultimi minuti del match a testa bassa, una mischia dietro l'altra buona per fare rimanere in 14 la Nuova Zelanda maestra anche nel ricorrere a qualche trucchetto in mischia. Un arbitro sintonizzato con una giornata così speciale per il rugby italiano, concederebbe magari una méta tecnica. Non succede. Pazienza. Finisce 20-6 ed è un punteggio buono perché il terzo tempo della grande folla di San Siro sia perfetto ovunque esso si svolga: a Milano, oppure sulle centinaia di pullman del rientro verso le case di tutta Italia. A loro, da parte del rugby nazionale e mondiale, 80mila volte grazie.

    ITALIA-NUOVA ZELANDA 6-20 (3-14)
    Marcatori: 4' cp Gower (I); 7' cp McAlister (NZ); 15' cp McAlister (NZ); 28' m. Flynn (NZ); 39' cp McAlister (NZ); 45' cp McAllister (NZ); 58' cp Gower (I); 70' cp McAlister (NZ)
    ITALIA: McLean; Robertson, Canale, Garcia, Mi.Bergamasco; Gower, Tebaldi (60' Picone); Parisse, Ma.Bergamasco, Zanni (69' Favaro); Geldenhuys, Del Fava (57' Sole); Castrogiovanni (67' Perugini), Ghiraldini (71' Ongaro), Perugini (58' st Rouyet). A disposizione: Burton, Sgarbi. Coach: Mallett.
    NUOVA ZELANDA: Jane (71' Muliaina); Smith, Elison (71' Donald), McAlister, Sivivatu; Delany, Ellis (58' Cowan); So'oialo, Latimer, Messam; Boric, Donnelly; Tialata, Flynn, Crokett (58' Afoa). A disposizione: Hore, Eaton, McCaw. Coach: Henry.
    Arbitro: Dickinson (Australia)
    Note: "giallo" a Garcia al 4' del s.t. e a Tialata al 36' st.
    Man of the match: Castrogiovanni (Italia)

    SportMediaset
     
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  13. SilverCapo
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    STORICA VITTORIA DEGLI AZZURRI AL SEI NAZIONI !!!






    Gli azzurri superano 22-21 i Galletti: giornata storica al Sei Nazioni! Al Flaminio gli azzurri si rendono protagonisti di una grandissima rimonta: sotto 18-6, i ragazzi di Mallett vanno in meta con Masi e vincono con i punti al piede di Bergamsco. Ripetuta l'impresa di Grenoble 1997!
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    Altri link

    * Le reazioni: MALLETT "Il giorno più bello"
    * RIVIVI il Live del Flaminio!!!
    * La CLASSIFICA: Italia, DUE punti!
    * Il CALENDARIO del torneo
    * TUTTE le Foto del Sei Nazioni!
    * Ti piace SCOMMETTERE? Clicca qui...
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    L'Italia riscrive la storia del suo Sei Nazioni! Al Flaminio arriva la prima vittoria nella storia del Torneo più prestigioso contro la Francia, che scende sul suolo italico da campione in carica, ma torna Oltralpe con le orecchie molto basse. Dopo Grenoble 1997, arriva il secondo successo sui Galletti in un match ufficiale, reso ancora più bello dal modo in cui è arrivato: buon inizio, ma la Francia è superiore e si vede. I nostri avversari sono avanti nel punteggio ma commettono l'errore di sottovalutare l'impegno; l'Italia no, e combatte sino all'ultimo secondo. Decisiva la meta azzurra di Masi al 60', ma soprattutto la nostra grande tenuta in tutta la partita. L'Italia vince 22-21 e porta a casa la Coppa Garibaldi per la prima volta: miglior regalo non ci poteva essere per il 150° anniversario per l'Unità del nostro Paese!

    PRIMO TEMPO, FINISCE 6-8! - L'Italia parte subito con l'atteggiamento giusto, approfittando di una Francia che invece affronta con un po' di supponenza l'inizio di gara: dopo 2' arriva la prima possibilità di segnare, e Mirco Bergamasco, sfiduciato dopo le ultime prestazioni al piede, ne approfitta subito con un facile calcio. I Bleus sono un diesel, ma quando cominciano a far girare il proprio motore la differenza si vede: al 15', dopo un paio di azioni destabilizzatrici, i Galletti colpiscono, sfruttando una splendida accelerazione di Clerc, che brucia nel confronto diretto Canale. Parra non trasforma, Francia avanti 5-3. L'Italia rischia l'imbarcata, al 18' ci salviamo grazie a Zanni, bravo a placcare Rougerie all'ultimo secondo. Due minuti dopo, perdiamo una mischia e concediamo ai francesi il facile 8-3; al 24' però, gli azzurri hanno il carattere per reagire e, dopo un break centrale di Canale, Bergamasco ci riporta sull'8-6. La Francia non riesce a riciclare velocemente il pallone: i nostri avversari macinano e macinano, ma accumulano solamente fasi, senza concretizzare. Al 32' Parra ha la chance per mettere punti a referto, ma la distanza è proibitiva: il suo calcio finisce sul palo, sulla ribattuta Parisse è il più lesto a recuperare. La difesa azzurra sale in cattedra, con dei buoni placcaggi a uscire; la Francia invece si sottovaluta un po' e non riesce a sfondare. Il finale di primo tempo ci vede in crescendo: 6-8 e una partita ancora in bilico.

    Gli azzurri superano 22-21 i Galletti: giornata storica al Sei Nazioni - 2 SECONDO TEMPO: CHE RIMONTA, 22-21! - La Francia riprende come aveva lasciato: squadra molle, che va poco al contatto fisico, ma che può contare su tanta tanta classe. Semenzato mette una pezza in difesa, ma Castrogiovanni, lasciato solo, concede un calcio a Parra al 45': questa volta il numero 9 non sbaglia, e la Francia si porta sull'11-6. A questo punto, il match vive su un sottile filo: i transalpini cambiano decisamente atteggiamento, schiacciando violentemente sull'acceleratore. L'Italia vacilla, e al 51' concede un corridoio centrale: Trinh-Duc ne approfitta, Parra lo segue e schiaccia in meta. In più realizza il calcio che ne consegue, e il punteggio comincia a diventare pesante per i nostri: 18-6. L'Italia non si perde d'animo e guadagna due calci piazzati: peccato, però, che Mirco Bergamasco non li realizzi. Gli azzurri continuano a giocare, senza demoralizzarsi, e al 61' arriva l'azione più bella di questo Sei Nazioni: Semenzato è bravo in due occasioni a tenere viva la palla, bravissimo poi a servire a Masi l'ovale da schiacciare in meta. Bergamasco poi raddrizza la mira: con la trasformazione e un'altra punizione, ci porta sul 18-16! Sul -2 gli animi si scaldano: il pubblico capisce che sta succedendo qualcosa di importante. Francia ancora avanti con Parra, poi segna Bergamasco, ma i nostri avversari non ci sono più. I Galletti sono una squadra allo sbando, e i nostri lo sanno: gli ultimi minuti sono palpitanti, i nostri mantengono calma e sangue freddo. Merito anche e soprattutto a Mirco Bergamasco, che al 76' ci porta in vantaggio! Il Flaminio soffia contro la Francia negli ultimi secondi: l'impresa di concretizza. L'urlo parte naturale: L'ITALIA BATTE LA FRANCIA, 14 ANNI DOPO! Il nostro Sei Nazioni può GIA' considerarsi più che positivo: per Mallett e per tutto il nostro movimento rugbistico.

    Gli azzurri superano 22-21 i Galletti: giornata storica al Sei Nazioni - 3

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    Fonte : Davide Bighiani / Eurosport
     
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    ~Valon

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    Non ci vincono manco a Rugby :asd:
     
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  15. Sals94Juve
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    Onore a questi grandissimi giocatori che non sono nulla magari in confronto alle superpotenze del rugby di adesso ma che ogni partita che giocano regalano emozioni indescrivibili, soprattutto quella di oggi. Grandissimi ragazzi, un regalo migliore per i 150 anni era difficile serio! Per quanto mi riguarda questi uomini sono ciò che rappresenta meglio ora come ora nello sport italiano l'attaccamento alla nazione, una grinta un'intensità una voglia di portare in alto quest'italia da cui tutti dovrebbero prendere esempio, in primis quelle checche superpagate di calciatori italiani di adesso!
     
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50 replies since 20/10/2007, 13:14   824 views
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