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[Official Topic] Ciclismo

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    Quì si inseriranno tutte le news sul Ciclismo.

    Edited by rossiccio90 - 9/11/2020, 10:12
     
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    Al Via Il Giro Della Lombardia.

    A Varese ha preso il via la 101ª edizione della Classica organizzata da Rcs Sport. Al via in 179 con tutti gli azzurri di Stoccarda, eccetto Bruseghin. Il campione del Mondo a caccia del terzo successo consecutivo


    VARESE, 20 ottobre 2007 - E' la corsa delle "foglie morte", del Ghisallo, di Binda e anche di Bettini, a caccia del terzo successo consecutivo. E' il Giro di Lombardia, ultima grande corsa della stagione, scattato alle 10.40 sotto un cielo terso e soleggiato da viale Belforte di Varese, dopo un minuto di silenzio in memoria di Vito Taccone. Dei 238 corridori iscritti hanno preso il via in 179: tra loro tutti gli azzurri di Stoccarda, eccetto Bruseghin. Molti di loro resteranno in gara fino al Ghisallo, poi ci sarà spazio solo per i migliori, perché a 44 chilometri dal traguardo attaccheranno i campioni più attesi che faranno selezione.

    GARA D'ATTESA - "Rispetto alle ultime due edizioni l'approccio non sarà per una gara d'attacco, ma cercherò di seguire gli sviluppi", ha detto Bettini alla vigilia della corsa. Nel 2005 vinsi a Como sulla scorta della delusione per il mondiale di Madrid mentre, un anno fa, era la volontà di reazione alla disgrazia di mio fratello Sauro ad animarmi - ha aggiunto il leader della Quickstep-Innergetic, che vede tra i favoriti anche il suo compagno di squadra -. "Visconti è in forma eccellente e a quasi 25 anni deve iniziare a comprendere il suo valore per le grandi corse di un giorno: la maglia tricolore che indossa gli darà una forte spinta domani".

    IL PRONOSTICO - Il traguardo del terzo successo di fila è a portata di mano per l'iridiato, ma il gruppo di chi ambisce ad alzare le braccia sul Lungo Lario Trento di Como è numeroso ed agguerrito. Tra gli stranieri Frank Schleck è quello che ha la condizione migliore, già irraggiungibile al Giro dell'Emilia e "scortato" dalla squadra migliore in gara, la Csc di Sastre e del fratello Andy, secondo al Giro. Appena un gradino sotto Cadel Evans, nel gruppo dei migliori all'ultimo Mondiale. Poi ci sono gli italiani, con Damiano Cunego (mai così in forma dopo il trionfo del 2004), Davide Rebellin, secondo al Giro dell'Emilia, Gilberto Simoni e Filippo Pozzato, grande protagonista della Parigi-Tours vinta da Petacchi.
     
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    Lombardia, vince Cunego


    Il veronese firma la doppietta in una volata a due con il modenese Riccò che l'aveva accompagnato negli ultimi 7 km. Nel finale caduta di Frank Schleck che aveva rotto gli indugi e frazionato il gruppo sul Civiglio


    COMO, 20 ottobre 2007 - Damiano Cunego, tre anni dopo. Il veneto della Lampre-Fondital ha vinto il Giro di Lombardia per la seconda volta nella sua carriera, battendo in volata Riccardo Riccò, con cui ha condiviso l’azione decisive nata a dieci chilometri dal traguardo. Un successo fondamentale nella carriera dell’ex piccolo principe, raggiunto al termine di una classica combattutissima.

    LA FUGA DEI 7 - L’avvio è movimentato: Contrini e Bailetti cadono dopo 12 chilometri con Szmyd e Mejias Leal; poi attaccano Ignatiev (Tinkoff), Roy (Française des Jeux), e soprattutto De Gasperi (Diquigiovanni-SelleItalia) che guadagna 15" sulla discesa verso San Fermo prima di venire raggiunto al km 30. La media della prima ora è elevata (45,700), anche perché un’altra azione, quella di Kohl, Tosatto, Possoni e Losada spacca in due il gruppo. I quattro guadagnano un discreto margine, che diventa molto consistente quando si aggiungono i Caisse d’Epargne, Lastras e Del Nero, più Perez Lazaun (Euskaltel). Restano allo scoperto in sette, con un vantaggio massimo di 10’50" al km 75, che scende a 7’25" a metà gara.

    VERSO IL GHISALLO - Il destino dei fuggitivi è segnato ancor prima di arrivare al Ghisallo. La Lampre-Fondital si dà da fare. Passato il colle di Balisio il ritardo del gruppo è di 5’45", che diventano poco più di 4 minuti al momento chiave della corsa, l’ascesa del Ghisallo: 8 chilometri e mezzo con pendenze massime del 14%. Poco prima della salita Thomas Dekker ed Andy Schleck provano l’allungo, ma è un fuoco di paglia.

    LA MICCIA - Ai meno 32 una quarantina di corridori (con tutti i favoriti) si lancia all’inseguimento dei fuggitivi, che saltano uno dopo l’altro. Tosatto si trova in breve da solo, e viene risucchiato dai Csc, che iniziano ad attaccare. Prima Kroon, poi Kolobnev, infine Frank Schleck. Si muovono anche Nardello, Mori e Marzano, ma sul Civiglio arrivano in quattro: Cunego, Riccò, Evans e il lussemburghese. Quando resta solo il San Fermo della Battaglia da scalare la pattuglia dei battistrada è rinforzata da Cunego e Sanchez. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo: la sfortuna elimina prima Frank Schleck, dopo uno scontro con Gusev a 10 chilometri dal traguardo, poi Kolobnev (problema meccanico), mentre Bettini arranca nella coda del plotoncino. Davanti non c’è collaborazione e così si forma un gruppo più largo che si gioca la vittoria.

    IL FINALE - Cunego e Riccò danno spettacolo sul San Fermo, guadagnando 7 secondi su Rebellin, Sanchez, Evans e Dekker a 5 chilometri dall’arrivo. E’ l’azione decisiva. Che rende magica l’annata di Cunego, tre anni dopo il successo del 2004.

    LE FACCE DEL LOMBARDIA - Arrabbiato, avvilito. Riccardo Riccò sembra uno che ha accarezzato un sogno e l’ha visto sfumare sul più bello. "Ci sono andato vicino, è un peccato perché ho dato il massimo - commenta il 24enne della Saunier Duval-Prodir -. In salita ho dimostrato di essere comunque il più forte. Durante l’attacco finale Cunego non mi ha dato una grande mano, ma ormai è andata così". Anche Pozzato si iscrive al gruppo dei delusi: "E' la terza volta in un mese che ho problemi di crampi, devo capire al più presto la causa perché è una cosa che mi penalizza. Questa mattina avevo detto a Damiano che avrebbe vinto, quando sta così bene non lo prende nessuno". Lui, il veneto che a 26 anni ha già un Gir d'Italiao e due Lombardia in bacheca, si lascia andare: "Sentivo dire che non sarei mai tornato quello del 2004, che non avrei più vinto una grande corsa. E invece ho dimostrato che non è così. Vincere qui è un sogno - aggiunge tremando per il freddo e lo champagne che lo ha innaffiato sul podio - e voglio festeggiarlo con la mia squadra, che è stata grande".

    ORDINE D'ARRIVO - 1. Damiano Cunego (Lampre-Fondital) 242 km in 5h52'48" (media 41,156 km/h), 2. Riccardo Riccò (Saunier Duval-Prodir), 3. Samuel Sánchez (Euskaltel-Euskadi) a 10", 4. Andy Schleck (Team CSC) s.t., 5. Davide Rebellin (Gerolsteiner) s.t., 6. Cadel Evans (Predictor-Lotto) s.t., 7. Luca Mazzanti (Ceramica Panaria-Navigare) s.t., 8. Thomas Dekker (Rabobank) s.t., 9. Giovanni Visconti (Quick.Step - Innergetic) s.t., 10. Chris Horner (Predictor-Lotto) s.t.
     
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    Basso, 30mila chilometri
    per sentirsi corridore



    Tra un anno, il 24 ottobre 2008, finirà la squalifica del varesino, che non ha mai smesso di allenarsi e ha avuto altri due controlli antidoping a sorpresa



    MILANO, 24 ottobre 2007 - Ha passato il sabato del Lombardia alla sua maniera: in bicicletta. Duecento chilometri tra Cuvignone e Mottarone, le salite di casa. Pieno di rabbia. Partenza al mattino presto, perché alle 4 del pomeriggio doveva essere davanti alla tv per vedere la corsa. Questo è Ivan Basso. Oggi, tra un anno, venerdì 24 ottobre 2008, scadrà la squalifica di due anni per l’Operacion Puerto. Il varesino è già lì con la mente. Ha studiato il calendario, la prima corsa potrebbe essere la Japan Cup di domenica 26 ottobre. E magari potrebbe proseguire le gare a novembre in Sudamerica.

    COSTANTE - A chi pensava di trovarlo in disarmo, diamo una brutta notizia. Basso non è mai sceso di sella. Ha sofferto la squalifica della Disciplinare tra giugno e luglio, quando ogni giorno era un tormento. Poi ha voltato pagina. E’ tornato corridore. Nel fine settimana volerà ai Caraibi per le vacanze. Ma sul contachilometri del 2007 ci sono 30 mila chilometri. Nel 2005, quando corse Giro e Tour, era arrivato a poco più di 35 mila.

    CONTROLLI - Anche dal punto di vista burocratico, Basso è sempre atleta. Poteva dare le "dimissioni" da corridore con la restituzione della tessera alla Federciclo e all’Uci sino al termine della squalifica: così non avrebbe avuto gli obblighi dell’antidoping. Invece no. Non vuole avere ombre. Non ha mai smesso di compilare il formulario della reperibilità. Aveva subìto a luglio un test a sorpresa sangue-urina ordinato dal Coni. E da allora gli ispettori medici dell’Uci (la federazione internazionale) sono stati a casa sua altre due volte. Sì, Ivan ha avuto altri due test a sorpresa sangue-urine negli ultimi tre mesi. Controlli da "disoccupato" che ha accettato con il sorriso, perché vuole rientrare in gruppo a testa alta.

    STA BENE - E' a 70 chili, circa un paio sovrappeso. Ma i muscoli sono ben definiti. Quando i professionisti varesini (come Zanini o Nardello, per esempio) devono fare distanza in allenamento, lo chiamano. Perché sanno che Ivan è una locomotiva. Per tre giorni alla settimana, ha fatto uscite con la bicicletta da cronometro. Anche 3-4 ore a volte, con finale ad alta velocità dietro alla Smart di famiglia. Usa la Trek della Discovery Channel, l’ultima squadra, ma dal 2008 sceglierà una bici senza nome. E sulla maglia niente sponsor.

    FAMIGLIA - Le telefonate dei manager non l’hanno mai lasciato. Gli hanno offerto 20 mila euro per serata, per un’intervista. Niente. Solo bicicletta e famiglia. Al mattino, Ivan accompagna Domitilla all’asilo; quando va a riprenderla, spesso si concede un gelato con lei, vietatissimo in tempo di corse.

    SQUADRA - E’ sempre lui l’uomo mercato. Ma Basso non deciderà prima della primavera 2008. Vuole aspettare le nuove regole del ProTour che, per il Codice Etico in vigore, gli impediscono di correre nel 2009 e 2010 in una squadra di quella serie. Ma il ProTour è sempre più indefinito, e il braccio di ferro con i grandi giri (che ne sono fuori) ha fatto alzare le antenne ai team. Se non si ha il diritto di correre gare come Giro, Tour o le classiche, a che cosa serve la licenza ProTour? Basso è legato da una prelazione a Johan Bruyneel, il team manager della Discovery ora all’Astana, dove ha portato anche lo spagnolo Alberto Contador (primo al Tour 2007). E’ una stretta di mano che vale tanto. Ma Ivan guarda anche alla Barloworld di Claudio Corti, così come è interessante l’opzione di Davide Boifava con la nuova Lpr.
     
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    Ecco Tiralongo
    L'angelo di Cunego



    Inizia il nostro viaggio tra i volti meno noti del gruppo, quelli che lavorano (tanto) e parlano (poco) con una passione infinita per il cliclismo. La prima puntata è dedicata al siciliano Paolo Tiralongo, gregario della Lampre



    MILANO, 2 novembre 2007 - Lo dice il cognome stesso: Tiralongo. Cioè: tira tira tira, longo longo longo. Uno che quando si mette in testa al gruppo, dà l’anima. Paolo Tiralongo, l’angelo custode di Damiano Cunego. Giusto? "Un angelo custode senza ali. Prima tappa della Vuelta, una sessantina di chilometri, tranquilli. Quello è il momento peggiore. Infatti: caduta. Otto-dieci, dentro anche Damiano e io. Ma prevedo, vedo, mi fermo. Se avessi avuto le ali, sarebbe stato meglio. Perché a quel punto mi piomba addosso una bici. Mi rialzo e arrivo al traguardo". Poi? "Vado in ospedale per un controllo. "Botta al gomito". Sarà, però un male cane, che non passa. Tengo duro fino alla decima tappa. L’undicesima è il tappone di Andorra, con i Pirenei. Mi metto in testa e in salita tiro a tutta per non sentire il dolore. Ma il guaio è la discesa: non riesco a guidare la bici. E abbandono".
    Insomma? "Torno in Italia e mi faccio fare una risonanza magnetica. Non una, ma due fratture: capitello radiale e gomito. Siccome la frattura è composta, niente gesso ma fasciatura rigida. Così posso continuare a pedalare, sui rulli, per preparare il Lombardia". Invece? "Prima i rulli, poi la strada. Aumentando chilometri e ore. Ma dopo le quattro ore, perdo la sensibilità alla mano. E allora capisco che è meglio rimanere a casa. Però, me lo sentivo che Damiano avrebbe fatto un grande Lombardia: non dico che vinci, gli dico, ma sul podio ci vai di sicuro. Aveva il colpo di pedale dei giorni migliori". Che sarebbe? "Potenza e, allo stesso tempo, leggerezza. Un dente giù, ma accarezzando i pedali. Lo vedi anche dalle gambe. Muscolose e toniche: non è la stessa cosa. E definite. Quando perdi anche quei grammi in più. Insomma: solo motore". E il suo motore? "Canta al Giro, nella tappa di Bergamo. San Marco: scolliniamo con i primi. In discesa cadono Vila e Miholjevic. Si scatena la guerra. Se ne vanno Simoni, Savoldelli e Mazzoleni. Dietro cerchiamo di chiudere il buco. Il Dossena, che poi sarebbe il Colle Sangallo, lo faccio in testa, a tutta, alla morte. Quando mi scanso, ai meno 3 chilometri, sono uno straccio".
    Adesso? "Fermo un mesetto. Io sono alto 1,68, peso 56 chili, percentuale di grasso 3 per cento. Come dire: pelle e ossa. In tre settimane di inattività metto su 3 chili, poi torno a casa, ad Avola, dal 20 novembre al 31 gennaio. Lì fa più caldo e mi preparo meglio. E’ la terra delle mandorle e del vino nero. Una bottiglia di quello giusto ha 15-16 gradi. Un bicchiere fa bene, aiuta, conforta". Solo bici? "Palestra, mountain bike, piscina. E famiglia. Facciamo 35 mila chilometri in un anno, che poi sono 11 mesi, ma non siamo robot. Anche noi abbiamo bisogno di affetto".
     
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    Paesi Baschi a Contador
    Cunego 4° col sorriso


    Con il successo nella crono, lo spagnolo dell'Astana si conferma imbattibile in questa prima parte di stagione. Al 2° posto Evans, 3° Dekker. Per il capitano della Lampre segnali positivi in vista delle Ardenne


    ORIO (SPAGNA), 12 aprile 2008 - Due tappe e classifica generale nella Vuelta Castilla y Leon, due tappe e generale nella Vuelta al Pais Vasco. Alberto Contador nella crono conclusiva di questa corsa conferma di essere il corridore più forte al mondo nelle corse a tappe. Qui ha indossato la maglia gialla il primo giorno grazie a uno scatto in salita e oggi ha ribadito la sua supremazia nella sfida contro il tempo. Nel mezzo anche un ascesso a un dente. Ma la bella notizia di oggi è la prova di Damiano Cunego, quarto al traguardo, con un ritardo di 49 secondi, e quarto nella generale a 57 secondi con anche la soddisfazione a margine di avere vinto la classifica a punti. Tra i due solo Cadel Evans, 2° a 22 secondi dal vincitore, e l'olandese Thomas Dekker, 3° a 27 secondi.

    SENZA STORIA - Per la vittoria s'era capito subito che non c'era partita. Ai 4 km il madrileno partito a razzo ha fatto segnare 7'47"; Evans 8'09" (più 22"); Dekker 8'12" (25"); Cunego 8'15" (28"). Dopo 6,6 km, in cima alla salita che ha caratterizzato la tappa, Contador ha fatto registrare 13'23"; Evans 13'41" (più 18"); Cunego 13'54" (31"), Dekker 13'57" (34"). La prima domanda che il corridore della Lampre s'è posto dopo il traguardo è quanto può valere questa prestazione in proiezione Tour (dove non ci sarà Contador e la sua Astana). Fatti due rapidi calcoli, Damiano ha sorriso.

    CLASSICHE - Una prestazione complessiva, quella di Cunego che lo pone come un uomo faro per le classiche delle Ardenne dove dovrebbero mettersi in evidenza anche Frank Schleck e Davide Rebellin. Incerta invece la situazione di Paolo Bettini dopo la caduta di giovedì. le radiografie di questa mattina hanno evidenziato la frattura composta dell'ottava costola di sinistra. La sua presenza è incerta.
     
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    Roubaix, bis di Boonen



    Il belga della Quick Step bissa il successo del 2005 bruciando allo sprint nel velodromo Cancellara e Ballan. Decisiva l'azione dei tre giunti sul traguardo con 3' sugli inseguitori. Bene anche Baldato, all'ultima partecipazione


    ROUBAIX (Francia), 13 aprile 2008 - La più bella Parigi-Roubaix degli ultimi anni, con un podio daveri intenditori del pavé: primo il belga Tom Boonen, secondo lo svizzero Fabian Cancellara, terzo il nostro Alessandro Ballan. La Regina delle classiche è stata entusiasmante come poche altre volte, perché in prima fila ci sono stati i big, non comparse o atleti di secondo piano. Il duello tra i grandi: ecco quello che la gente vuole vedere.

    TOM TOM - Tom Boonen aveva già conquistato la Roubaix nel 2005, Cancellara si era imposto due anni fa, quando Ballan fu terzo. Si sono giocati la vittoria nel velodromo della città francese, una pista in cemento di 500 metri dopo 52,8 chilometri massacranti di pavé. Si sapeva che Boonen era il più forte, e infatti a metà dell’ultima curva, ai 180 metri, ha passato all’esterno i due rivali e sul traguardo ha sfogato con un urlo bestiale la rabbia accumulata da oltre un anno. Lui, 27 anni, fiammingo di Mol, nato sulle pietre e già trionfatore in due Giri delle Fiandre, non conquistava una grande classica dal Fiandre 2006; sul pavè, l’ultimo successo era stato il Gp Harelbeke 2007. "Ero sicuro di aver vinto ma ho voluto pedalare sino all’ultimo proprio perché non facevo uno sprint vero da tanto tempo. La pressione su di me era tanta, non è facile correre così", ha detto Boonen, l’idolo di una nazione. La sua Quick Step ha fatto doppietta, dopo il successo di Devolder domenica scorsa nel Fiandre.

    BALLAN E BALDATO - Alessandro Ballan è stato superbo, e ha avuto uno scudiero eccezionale in Fabio Baldato, 39 anni, alla 14ª e ultima Roubaix, decimo al traguardo. Ballan ha risparmiato energie sino al momento cruciale, a 53 chilometri dall’arrivo. Si era sull’11° dei 28 settori di pavé, il tratto di 1200 metri da Auchy lez Orchies a Berseé. L’accelerazione del belga Van Summeren, gregario di Hoste, spezza il gruppo dei 34 al comando. Restano in 8, tra loro Boonen, Cancellara, Ballan, Hoste, O’Grady, Maaskant. Poco dopo, a 35 km dall’arrivo, in un tratto in asfalto all’uscita dall’8° settore di pavé, è Cancellara a fare un’accelerazione pazzesca. Gli rispondono prima Boonen e poi Ballan. E’ fatta. In pochi chilometri, il terzetto ha più di 1’ di vantaggio. Sul Carrefour de l’Arbre, a 16 km dal traguardo, sul pavé più micidiale della Roubaix e con 30 mila persone a bordo strada da giorni, Cancellara ci prova un paio di volte; anche Ballan abbozza un attacco, ma Boonen, per come reagisce, si dimostra il più forte. Ma lealmente, pur sapendo di essere battuti, Ballan e Cancellara collaborano con il belga sino al velodromo.

    BILANCIO - "Rifarei tutto, anche se forse mi sarei potuto giocar meglio la volata del secondo posto - spiega Ballan, 28 anni, quarto al Fiandre -. Un podio alle spalle di due campioni del mondo (Boonen su strada nel 2005, Cancellara a cronometro nel 2006 e 2007, ndr), per giunta già vincitori della Roubaix, è un grande risultato. Ho dimostrato che il piazzamento di due anni fa era meritato: so di poter vincere un giorno questa grande classica che ho nel cuore". Sfortunato invece Filippo Pozzato, caduto con lo spagnolo Flecha due chilometri prima della Foresta di Arenberg, a 99 km dall’arrivo: il icentino ha battuto il fianco destro e il ginocchio sinistro, ha lottato per rientrare sui primi, ci è riuscito, ma si è staccato quando è cominciata la lotta. Ha chiuso a oltre 15’.
     
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    Valverde sfreccia a Liegi
    Che beffa per Rebellin


    Lo spagnolo, già vincitore della Doyenne nel 2006, ha preceduto allo sprint il 36enne capitano della Gerolsteiner e il lussemburghese Frank Schleck. Nono Bettini, decimo Nibali. Cunego, colpito da crampi, cede nel finale


    LIEGI (Belgio), 27 aprile 2008 - Alejandro Valverde ha vinto la 94ª edizione della Liegi-Bastogne-Liegi, la seconda della sua carriera. Lo spagnolo della Caisse d’Epargne, 28 anni compiuti venerdì, ha battuto Davide Rebellin e Frank Schleck "vendicando" il secondo posto del 2007 alle spalle di Di Luca. Nono Bettini, decimo Nibali, lontano dai primi Damiano Cunego.

    SCHLECK ATTACK – Era scritto che l’azione decisiva maturasse sulla Côte de la Roche aux Faucons, dopo 241 chilometri di corsa e anche 5 ore sotto un sole cocente. Fothen, Rolland e Brutt restano in fuga per 220 chilometri. Poi sono Andy Schleck (Csc) e Stefan Schumacher (Gerolsteiner) ad affondare il colpo ai -20. Si muovono anche Valverde e Joaquim Rodriguez. Davide Rebellin c'è sempre, e controlla, chiude, rilancia, senza sbagliare una mossa. Dietro tutti sanno che è "il momento": Cunego ci prova, seguito da Cadel Evans e dal campione d’Austria Pfannenberger. Il veneto della Lampre non sta bene, ha i crampi e soffre il caldo, e anche se nel gruppetto c’è collaborazione il margine cresce mentre ai quattro di testa si aggiunge anche Frank Schleck.

    REBELLIN QUASI PERFETTO – I fratelloni lussemburghesi della Csc fanno la corsa. Provano con una tattica a tenaglia. Andy scatta di nuovo ai -11. Poi, quando viene ripreso, ecco il contrattacco di Frank sull’ultima côte, quella del Saint-Nicolas. Restano in tre a giocarsi la regina del nord. Valverde sta a ruota del più grande degli Schleck e di Rebellin fino all’ultima curva, poi spara il suo attacco a 180 metri dall’arrivo e vince, sfogando una rabbia che covava da 12 mesi.

    ITALIANI – Bene Bettini. Protagonista sulla Redoute e sempre tra i migliori. Bravo anche Nibali, che ha chiuso in crescendo e guarda al Giro come si fa davanti a un’occasione irripetibile. Qualche sorriso anche per Riccò, a 1’03” dal vincitore, Nocentini, Mazzanti e Pellizotti, tra i primi 30.
     
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  9. toroloco85
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    Sabato 10 Maggio inizierà la 91° edizione del Giro d'Italia. La rinomata corsa rosa inizierà con una cronosquadre di 28,6 KM ambientata interalmente a Palermo, in uno scenario fatto di uno splendore unico. Dopo questa tappa che deciderà la prima maglia rosa, si risalirà tutta l'Italia terminando a Milano in una crono che terrà il fiato sospeso fino alla fine. Tema principale sarà la convocazione da parte di Zomegnan della squadra Astana, pubblicata solo qualche giorno fa. La notizia causa molto scalpore, visto che la squadra del vincitore del Tour de France Alberto Contador non potrà partecipare alla Grand Boucle edizione 2008. Esclusa dalla corsa rosa sarà invece la squadra italiana Acqua & Sapone, che figura tra le sue linee Stefano Garzelli, vincitore del Giro già nel 2000. Tra le tappe più interessanti ce ne sono 3 di fila, molto dure, con pendenze da paura. Tra queste 3 una molto interessante sarà la crono-scalata di Plan de Corones, visto che nella salita che attende la carovana rosa saranno presenti pendenze addirittura del 24%. Il vincitore del Giro 2007 Danilo Di Luca e molto preparato e pronto per affrontare al meglio la corsa, affiancato dal Falco Bergamasco Paolo Savoldelli, vincitore del Giro per ben due volte. Altre aspettative ci sono dal lato dei giovani da Riccardo Riccò, vincitore della tappa delle 3 Cime di Lavaredo l'anno scorso e Vincenzo Nibali, uomo del futuro per le corse a tappe in campo italiano. Tutto ciò sembra presagire un Giro d'Italia molto combattutto e avvincente, capace di dare uno speccatolo visto poche volte negli anni passati.

    PS: una tappa del Giro passerà vicino casa mia (in un paese a circa 30 KM dalla mia città), quindi andrò alla partenza, sperando in foto, autografi e cose varie da parte dei miei idoli. Saluti da toroloco. Ciao!!!
     
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    Palermo accoglie il Giro
    Festoso bagno di folla


    Presentate le squadre che sabato aprono l'edizione n. 91 della Corsa rosa. Visconti: "Gioco in casa, avrò stimoli in più". Oggi negli allenamenti caduta per Perez Sanchez, Rodriguez, Karpets e Arroyo, che dà forfait


    PALERMO,- A due passi dal teatro Politeama, in piazza Castelnuovo, le 22 squadre del Giro hanno fatto il primo bagno stagionale. Di folla, visto che le acque di Mondello e Palermo sono ancora freddine nonostante il sole che ha accompagnato il loro sbarco in Sicilia. L’effetto rilassante e benefico c’è stato comunque per le gambe e il morale di chi si appresta a pedalare per più di 3000 chilometri nelle prossime tre settimane.


    REBELLIN COMBATTIVO - Giovanni Visconti, padrone di casa, ha fatto il pieno d’applausi. "Gioco in casa, e questo mi darà qualcosa in più rispetto agli altri", ha detto il campione italiano, che in questo Giro può togliersi qualche sfizio prima delle grandi montagne, poco prima di sfilare sul palco accanto al bicampione del mondo Paolo Bettini. Davide Rebellin è stato quello che si è sbilanciato di più: "Cercherò di combinare qualcosa già ad Agrigento", mentre Zabel, Bennati, McEwen e Cavendish hanno fatto capire di dover attendere occasioni più favorevoli. Astana e Lpr hanno chiuso la passerella, con Alberto Contador e Danilo Di Luca a darsi il cambio prima di iniziare a battagliare sulle strade del Giro.


    CADUTA - Intanto la prima giornata di allenamenti in Sicilia si è conclusa male per quattro corridori della Caisse d’Epargne. Perez Sanchez, Rodriguez, Karpets e Arroyo sono caduti dopo aver preso una buca. Il più sfortunato è stato Arroyo: per lui contusioni al gomito e al polso e niente Giro. Verrà sostituito con una riserva.
     
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  11. toroloco85
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    Vandevelde in rosa, Di Luca e Contador a 30''

    Cronosquadre alla Slipstream come da pronostico, ma non è Millar il primo leader. Omaggio allo statunitense Hampsten, venti anni dopo. Ottima prova della Liquigas di Nibali e Pellizzoti staccati di appena 9'', in ritardo Simoni e Riccò

    PALERMO, 10 maggio 2008 - Un americano in maglia rosa a Palermo. Christian VandeVelde, 31 anni, che corre nella statunitense Slipstream, è il primo leader del Giro d’Italia 2008, vent’anni dopo il connazionale Andrew Hampsten. La sua squadra ha vinto la cronosquadre di km 23,6 che ha aperto, in una cornice di folla straordinaria, la corsa Gazzetta: 2ª, a 6", la danese Csc; terza, a 7", l’High Road, anch’essa statunitense; quarta, a 8", la Liquigas di Nibali e Pellizotti.
    COME HAMPSTEN - Danilo Di Luca e i suoi compagni della Lpr-Ballan hanno chiuso a 28" dalla Slipstream: il vincitore del 2007 ha vinto per appena 1" la personale sfida con Contador, primo al Tour. Più indietro Simoni (a 51") e Riccò (1’02"). La Slipstream, che è la squadra di Millar, era la favorita della vigilia. Millar, in particolare, si è sacrificato per i compagni dopo che nella riunione del mattino si era deciso di far passare il traguardo per primo a VandeVelde: un omaggio al ciclismo americano del dopo-Armstrong e, idealmente, un collegamento con Hampsten, che trionfò nel Giro 1988, quello della nevicata sul Gavia.
    CONTRO IL DOPING - Hampsten è amico personale di Jonathan Vaughters, che nel 2007 ha lanciato la Slipstream facendo del programma antidoping il punto fondamentale: i 25 atleti del team sono sottoposti a ben 700 controlli all’anno. Una vittoria doppia, visto che la squadra era alla prima partecipazione a un grande giro. Tra i big di classifica, i migliori sono stati il messinese Vincenzo Nibali e il friulano Franco Pellizotti, leader della Liquigas: domani il siciliano, che insegue Vaughters ad appena 8", potrebbe indossare la maglia rosa sul difficile arrivo di Agrigento (ci sono gli abbuoni: 20", 12", 8"). Quattro km in salita, come il finale del Mondiale di Agrigento 1994, con gli ultimi 1000 metri al 10%.
     
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  12. toroloco85
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    Vandevelde, ore contate

    L'americano, in rosa dopo la cronosquadre di Palermo, difficilmente riuscirà a difendere la maglia nella 2ª tappa del Giro, da Cefalù ad Agrigento, dall'assalto dei vari Bettini, Visconti e Nibali. Ritirato Astarloa

    CEFALU’ (Palermo), 10 maggio 2008 - Visto che i contendenti non mancano, le parole di Christian Vande Velde calzano a pennello: "Ad Agrigento sarà un’impresa difendere la maglia". La prima tappa in linea (207 chilometri con un tratto finale al 10%) è come un grappolo d’uva che pende da un albero stracarico: sotto, con le mani pronte ad afferrarlo, ci sono 10-15 attaccanti di lusso.
    BAGARRE IN VISTA - Bettini l’ha detto mesi fa: "Ad Agrigento comincerò a fare un po’ di casino". Visconti si è sbilanciato giusto ieri: "E’ come se dovessi entrare in uno stadio che fa il tifo per me, darò tutto". Nibali, che ha appena 9" di ritardo dall’americano della Slipstream, ha parlato da leader della Liquigas dopo aver dimostrato con i fatti di stare bene. L’elenco s’ingrossa inserendo Gasparotto e Soler (a 14" dalla maglia rosa), Di Luca (28"), Klöden (29"), Simoni (51"), e assume i contorni di un plotone d’esecuzione per lo yankee se consideriamo Rebellin (54") e Riccò (1’02").
    SULLE TRACCE DI LEBLANC - Il percorso è mosso, specie dopo Cefalù con una serie ininterrotta di salite e discese che si chiude ai - 20 dal traguardo, quando i corridori imboccheranno le stesse strade che nel 1994 portarono Luc Leblanc al titolo mondiale davanti a Chiappucci e Virenque. E’ anche la tappa di Camilleri e dell’omaggio alla tradizione siciliana. Si parte senza Astarloa (ritiro per gastroenterite) alle 11.40 da Cefalù, città scelta per la prima volta dal Giro in 99 anni di storia. Poco prima delle 18 l’arrivo in viale della Vittoria.
     
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  13. toroloco85
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    Riccò brucia Di Luca, Maglia rosa a Pellizotti

    Il giovane scalatore della Saunier Duval s'impone in volata nella seconda tappa Cefalù-Agrigento di 207 chilometri. Al 3° posto Rebellin, cede Bettini sull'ultima salita. Il passista della Liquigas è il nuovo leader, beffato Valde Velde per un solo secondo

    AGRIGENTO, 11 maggio 2008 - Il cobra inizia a mordere. Sulla salita dell'arrivo di Agrigento è Riccardo Riccò a tagliare il traguardo con le braccia alzate, seguito da Di Luca e Rebellin. Finale in volata per la 2a tappa partita da Cefalù (207 km). Sul fronte classifica generale, la nuova maglia rosa è Franco Pellizotti della Liquigas, 4° sul traguardo e di un solo secondo avanti a Vandevelde nella nuova graduatoria.
     
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  14. ~AJ_MaRcO
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    di solito sono sempre stato interessato al giro ma non so quest'anno non mi ispira
    comunque sono contento della vittoria di riccò un giovane talento che puo portare aria pulita nel ciclismo italiano,spero che vinca lui
     
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  15. toroloco85
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    Pellizotti: "In rosa a lungo"

    Il nuovo leader del Giro non si nasconde: "La dedica è per mia moglie e la figlia che verrà. La Liquigas è una squadra unita, possiamo tenere la maglia". Soddisfatto anche Riccò: "Ho recuperato 20'' grazie all'abbuono". Zabriskie cade e si ritira

    AGRIGENTO, 11 maggio 2008 - Sa di essere il talento più puro del ciclismo italiano e quando parla non si nasconde, semmai fa un passo avanti. Riccardo Riccò, 24 anni, terza stagione da professionista, si è avvicinato a questo Giro d’Italia spiegando più volte un concetto semplice. "Il secondo posto è una sconfitta". Davanti alla valle dei Templi ha versato il cemento attorno alla sua spavalderia, trasformandola in solida coscienza del proprio limite. "Ho recuperato 20 secondi grazie all'abbuono - ha detto il modenese - e a Pescocostanzo (settima tappa, ndr) potrò avvicinarmi ancora di più a Danilo perché l’arrivo sarà ancora più ristretto". Le distanze con Di Luca non sono abissali (26"), il progetto è quindi fattibile, sempre che il "killer" ceda il passo davanti alla sua gente. "Il Giro lo vince chi ha più energie negli ultimi giorni. Nella cronosquadre ho limitato i danni, però qui ad Agrigento ho vinto bene, partendo negli ultimi 150 metri dopo la 'trenata' di Piepoli che ha chiuso su Rodriguez. E' un buon segnale per le grandi montagne".
    PRIMA ROSA - A Franco Pellizotti scappa invece un sorriso furbo quando il plotone dei giornalisti gli si avvicina per raccoglierne le impressioni. "E' splendido. Sono anni che lotto per raggiungere questa maglia - ha detto il friulano subito dopo l'arrivo -. Non è stato facile ma la condizione c’è e Milano è un obiettivo reale: posso perdere la maglia rosa e poi riprenderla negli ultimi giorni, io ci spero. Nibali? Sta bene anche lui ma la Liquigas è una squadra unita, non c'è nessun dualismo. Possiamo tenere la maglia a lungo, vedrete". Capitolo dediche: "Questa è per mia moglie Claudia - conclude - e poi sto per diventare padre per la seconda volta ad ottobre e ho saputo che sarà una bambina. Abbiamo già deciso il nome: si chiamerà Giorgia".
    I BIG - Contador ha pedalato a lungo tra i primi, chiudendo a 30" da Riccò. "E' stata la prima salita dura ed è stata anche pericolosa vista la pioggia. Sono un po' stanco, ora pensiamo a recuperare per domani". Di Luca ha corso come se avesse addosso la maglia rosa, lanciando gli Lpr al comando della corsa al primo passaggio sul circuito cittadino. "Abbiamo fatto un bel lavoro, poi Rodriguez ha attaccato come da pronostico e siamo riusciti a riprenderlo. Riccò? E' stato bravo in volata, ha meritato di vincere". Masticano amaro Bettini (a 54" dal vincitore) e Visconti (a 1'19"). Zabriskie (Slipstream) è finito addirittura in ospedale (frattura composta a una vertebra lombare) per una brutta caduta a 65 chilometri dal traguardo dopo una caduta che ha coinvolto anche Mazzanti e lo stesso Contador. Qualche abrasione anche per Soler, finito a terra con Morabito a metà percorso.
     
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566 replies since 20/10/2007, 13:09   4801 views
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